Lo Dico, lo Faccio: gennaio 2018

Come riciclare i ritagli di stoffa

coperta patchwork

Se hai il cruccio di cosa fare con i ritagli di stoffa, ti capisco. Quando mi metto al taglio del tessuto so già che qualche angolo o qualche striscia mi rimarranno.

L’aspetto interessante è che poi ne hai cura: li metti in un sacchetto ben riposto, o magari li separi per colore o tipo, perché si sa…possono sempre tornare utili.

Qualche idea posso dartela io.

Se, per esempio hai un bel giardino, puoi cucire dei sacchettini con coulisse in cui far passare un cordoncino, racchiudere all’interno le tue erbe aromatiche e regalarli a chi ama la cucina.

Puoi fare tanti quadrotti e cucirli insieme con i lati che spuntano fuori dalla cucitura, tagliuzzarli e confezionare un runner per il tavolo in legno della sala da pranzo. oppure, se sono di morbida flanella, puoi creare una coperta meravigliosa allegra e avvolgente.

[la copertina della foto è di Anna di Fate, non c'è sui social nè ha un blog, io ho avuto la delizia di incontrarla a Manualmente]

Sono piccoli come coriandoli? Allora usali per imbottire un cuscinetto puntaspilli e, se aggiungi del riso per renderli più pesanti, possono diventare dei fermacarte per la scrivania.

Diciamo che sei brava, ti prendi il tuo spazio e il tuo tempo, allora usa i piccoli ritagli per creare delle figure da assemblare come appliquè: divertiti a fare casette, alberelli, nuvole, per abbellire tovagliette e quant’altro.

Quando avanzano delle belle strisce lunghe, stirale bene e poi usale per bordare un set di asciugamani tutti uguali, in questo modo li personalizzi per ognuno della famiglia.

Ci sono molti altri modi di usare i ritagli, basta non vederli come un impiccio o di inutilità, ma tienine cura e dai loro uno scopo. Ti sapranno ripagare con tanta soddisfazione.

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Se cucire ti fa paura, punta alla meta più facile

La cara Elisa che mi segue dai social mi ha detto che vorrebbe cucire ma ha un certo timore nel cominciare, ed ha anche una bella macchina appena regalata ma ancora impacchettata con tanto di fiocco chiusa nell'armadio.

Sai cosa ti dico, Elisa?

Inizia fissandoti una meta che sia raggiungibile per te, capire se hai un’aspettativa ragionevole oppure se pensi che cucire voglia dire solo fare abiti complicatissimi seguendo cartamodelli indecifrabili.

Insomma, abbassa l’asticella.

Come l’atleta del salto in alto, che prima cerca di saltare ad un metro, poi due, poi triplica. L’asticella non è subito sul gradino più alto, ma l’atleta punta all’ostacolo successivo solo dopo aver superato quello precedente.

Quando ti metti davanti alla macchina da cucire (e fidati, non ci sono altre posizioni), non devi immaginare come si fa a cucire il vestito da sposa, ma come fare una cucitura dritta per unire due pezzi di stoffa[*].

Per l’abito c’è tempo, si può fare, ma ci vuole tempo, e pazienza.

Già, la pazienza. In un mondo dove ogni cosa è usufruibile tutto e subito, ci vuole autodisciplina per pazientare quel tanto che basta ad imparare una nuova attività, un nuovo lavoro, una nuova tecnica.

Tu abbassa l’asticella, punta ad una meta più facile, e il dopo sarà sì sempre tecnica, ma divertente.

Se sei proprio all'inizio e hai paura di tagliare tessuti nuovi, puoi vedere in questo post tanti modi per riciclare le lenzuola dismesse, così ricicli e non sprechi.

 

 

 

[*] se ti stai chiedendo come si fa, perchè non provi a vedere il nuovo corso di cucito, con alcuni mini video impari i passi essenziali per diventare autonoma, clicca sull'immagine per andare al programma

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Carmen Pelaia, la tua tutor creativa